La Gastroscopia che cura il reflusso gastrico (Gerdx)

Il Gastroenterologo spesso è chiamato a risolvere problematiche sulla Cura del reflusso gastro-esofageo.

Le domande che più frequentemente vengono rivolte allo Specialista Gastroenterologo su questa patologia sono:

  1. Sono un uomo di 30 anni e soffro di malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE). Ho fatto la gastroscopia ed hanno visto una piccola ernia e un’esofagite di grado lieve. Cosa mi consiglia di fare? Come mi devo curare per il reflusso gastrico?
  2. Tutti questi medicinali? Ma si guarisce dalla esofagite da reflusso con la terapia medica?
  3. Per quanto tempo devo fare la terapia per curare il reflusso gastrico?
  4. Mi sta dicendo che devo prendere medicine vita natural durante? Ma non fanno male tutte queste medicine?
  5. Oltretutto Professore, quando prendo le medicine, alcuni sintomi del reflusso gastrico non mi passano. Per esempio, continuo ad avere tosse e raucedine, talora palpitazioni
  6. Quali altri sintomi atipici della Malattia da Reflusso gastro-esofageo (MRGE) potrebbero esserci?
  7. Cosa si può fare allora per questi sintomi atipici?
  8. Ma per fare questo mi devo operare?
  9. Vuol dire che posso risolvere tutto facendo una gastroscopia?
  10. Mi spiega meglio come avviene l’intervento? E le suture applicate con la gastroscopia tengono nel tempo?
  11. Cosa devo fare per la diagnosi di Malattia da Reflusso?
  12. Invece la gastroscopia con fundoplicatio si può ripetere?
  13. Ma come mai questa metodica della Gerd-X non ha preso piede sinora?
  14. Tutti possono eseguire questa gastroscopia operativa?
  15. Quali complicanze della Malattia da Reflusso Gastroesofageo potrei avere se non mi opero?
  16. Ma, insomma, mi devo operare o prendere le medicine?

PREMESSA. Le domande sono esposte in modo metodologicamente scorretto, ma questo è voluto, poiché il paziente esprime i suoi dubbi e le sue richieste senza seguire una metodologia clinica, essendo inesperto del problema medico. E spesso il medico curante e lo specialista Gastroenterologo si trovano a dover dare risposte il più precise possibile ad una serie di domande rivolte tutte insieme e senza una razionalità etio-patogenetica

1. Sono un uomo di 30 anni e soffro di malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE). Ho fatto la gastroscopia ed hanno visto una piccola ernia e un’esofagite di grado lieve. Cosa mi consiglia di fare? Come mi devo curare per il reflusso gastrico?

I farmaci più utilizzati, nella malattia da reflusso gastro-esofageo, sono i così detti antiacidi, quelli che bloccano o riducono l’acidità dello stomaco, cioè gli inibitori di pompa protonica –PPI– e gli antagonisti dei recettori H2). Si possono utilizzare anche i procinetici, che velocizzano lo svuotamento gastrico e aumentano il tono dello sfintere cardiale. Altri prodotti da banco, che non necessitano di ricetta medica, sono quelli che tamponano l’acidità e proteggono la parete mucosa dello stomaco. Sono il bicarbonato, l’idrossido di magnesio e di alluminio, il sucralfato, l’alginato di sodio. Quest’ultimo, in particolare, si usa nella malattia da reflusso, perché ha un effetto di barriera contro i rigurgiti. Ultimamente sono in commercio altri prodotti simili, che contengono acido ialuronico, condroitin solfato, melatonina gastrica, propoli ed altri eccipienti. In alcuni casi è utile aggiungere un fluidificante della bile e, talora, è necessario un farmaco psicoattivo, che si utilizza in Gastroenterologia per regolare la motilità e la sensibilità viscerale.

2. Tutti questi medicinali? Ma si guarisce dalla esofagite da reflusso con la terapia medica?

La maggioranza dei pazienti diventa asintomatica con i PPI e guarisce dall’esofagite.

3. Per quanto tempo devo fare la terapia per curare il reflusso gastrico?

È bene fare un trattamento prolungato, per rieducare la cinesi enterica e la motilità gastrica. La cura medica non agisce sulla causa della malattia, che è la lassità dello sfintere cardiale. La quasi totalità dei pazienti mostra una recidiva alla sospensione della terapia. Si devono prevedere ulteriori cicli di trattamento o l’assunzione dei farmaci al bisogno, nelle forme lievi di malattia. Nelle forme più gravi, dove sia presente un’esofagite importante, la terapia deve essere praticamente continua, per evitare possibili lesioni cancerose o pre-cancerose, come il Barrett.

4. Mi sta dicendo che devo prendere medicine vita natural durante? Ma non fanno male tutte queste medicine?

I farmaci che Le ho citato sono in uso da molti anni e non causano gravi effetti collaterali, anche se recenti studi hanno evidenziato come possano favorire infezioni intestinali e polmonari e causare anemia e fragilità delle ossa, perché interferiscono con l’assorbimento di vitamine ed oligoelementi, come Calcio e Ferro.

5. Oltretutto Professore, quando prendo le medicine, alcuni sintomi del reflusso gastrico non mi passano. Per esempio, continuo ad avere tosse e raucedine, talora palpitazioni?

Questi sintomi meno tipici della malattia da reflusso gastrico, come raucedine, laringite, bronchiti ricorrenti, extrasistoli ed aritmie cardiache, indicano la presenza di un reflusso alto, detto anche reflusso gastro-laringeo

6. Quali altri sintomi atipici della Malattia da Reflusso gastro-esofageo (MRGE) potrebbero esserci?

Ve ne sono numerosi e possono riguardare l’apparato respiratorio (tosse cronica, asma, raucedine, laringite cronica), i denti (perdita dello smalto), l’orecchio (otalgia), l’apparato circolatorio (aritmie cardiache), la bocca (cattivo sapore, alito pesante, bocca urente).

7. Cosa si può fare allora per questi sintomi atipici?

La soluzione è meccanica. Bisogna rinforzare lo sfintere esofageo inferiore ed impedire che il contenuto gastrico arrivi all’esofago. Infatti, le medicine modificano la composizione chimica del materiale che refluisce, in modo che questo non irriti l’esofago, ma, solo suturando lo sfintere cardiale, possiamo impedire che qualsiasi cosa ritorni in esofago.

8. Ma per fare questo mi devo operare?

L’intervento chirurgico crea una nuova valvola (o neo-valvola) cardiale, con la tecnica della fundoplicatio, cioè avvolgendo, intorno al cardias, un manicotto formato da una parte dello stomaco. Da quando esiste la chirurgia laparoscopica, si è registrato un aumento degli interventi, considerando la minore invasività. Da alcuni anni, però, esiste anche la possibilità endoscopica.

9. Vuol dire che posso risolvere tutto facendo una gastroscopia?

Non è proprio così semplice, ma sostanzialmente è così. La tecnica endoscopica consiste nell’applicare suture sulla piccola ernia gastrica iatale, per chiuderla o ridurla significativamente, durante una gastroscopia.

10. Mi spiega meglio come avviene l’intervento? E le suture applicate con la gastroscopia tengono nel tempo?

L’intervento avviene inserendo nello stomaco questa suturatrice meccanica durante la gastroscopia. Questo ultimo modello, che si chiama GerdX, presenta delle piastrine in poliuretano alle estremità dei punti di sutura, che ne impediscono lo sfilacciamento. Quindi la resa nel tempo è migliore e studi clinici dimostrano che l’efficacia di questa metodica di ultima generazione è sovrapponibile alla fundoplicatio chirurgica.

11. Ma non converrebbe operarsi direttamente?

La chirurgia presenta svantaggi, che sono il rischio dell’intervento chirurgico in sé, la possibilità di eventi avversi, come la disfagia, il sanguinamento e la perforazione, la durata della degenza di 4-5 giorni ed è comunque possibile e non rara la recidiva. Inoltre, dopo un intervento chirurgico, che non ha risolto il problema, spesso non è rioperare, o, almeno, non in tempi brevi.

12. Invece la gastroscopia con fundoplicatio si può ripetere?

I vantaggi della terapia endoscopica sono la facilità di esecuzione, il breve ricovero in Day Hospital, la quasi totale assenza di eventi avversi, la possibile ripetizione dell’operazione o il passaggio alla chirurgia, in caso d’insuccesso.

13. Ma come mai questa metodica della Gerd-X non ha preso piede sinora?

Come dicevo e come ho scritto in altre sezioni del mio sito professionale, le metodiche precedenti al GerdX avevano il problema dello sfilacciamento della sutura, con perdita di efficacia nel tempo.

14. Tutti possono eseguire questa gastroscopia operativa?

Esistono indicazioni precise e Lei sembra rientrare in quelle. L’ernia non deve essere troppo grande e bisogna verificare che i disturbi siano realmente collegati al reflusso gastrico. Gli esami più appropriati sono la pH-Impedenzo-metria delle 24 ore e la manometria esofagea, che permettono anche un controllo dopo l’operazione.

15. Quali complicanze della Malattia da Reflusso Gastroesofageo potrei avere se non mi opero?

Le complicanze più importanti sono il restringimento dell’esofago (stenosi), legato alla cicatrice che si forma quando guariscono le erosioni o ulcere dell’esofago ed il cosiddetto l’Esofago di Barrett.

16. Ma, insomma, mi devo operare o prendere le medicine?

I più recenti studi sugli eventi avversi dei farmaci anti-acidi, utilizzati a lungo, consiglierebbero la soluzione endoscopica, considerando che ora l’intervento è semplice, rapido, duraturo e ripetibile. Specialmente se il paziente è giovane e se la dose giornaliera di farmaci è molto elevata, la possibilità di risolvere con una gastroscopia va considerata. La chirurgia rimane sempre un’arma importante, in caso d’inefficacia della procedura endoscopica.

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